domenica 4 novembre 2012
1 x 2: e se finisce pari?
Secondo il New York Times, ci sono solo 5 possibilità su 512. Ma chiunque sia cresciuto giocando alla schedina, sa che la sfiga è sempre una delle variabili in gioco. E anche nelle elezioni americane, il pareggio tra Romney e Obama è una possibilità. Meno dell'1%, ma possibile.
Se entrambi i candidati avessero 268 collegi elettorali, chi diventerebbe presidente?
Probabilmente Romney andrebbe alla Casa Bianca e Joe Biden sarebbe il suo vice.
Ecco perchè.
Il Dodicesimo Emendamento della Costituzione prevede che in caso di pareggio sia il Congresso a scegliere (la House of Representatives per il presidente e il Senato per il vice). Di fatto è quello che succede già adesso: i cosiddetti grandi elettori sono i rappresentanti che a metà dicembre votano formalmente per il presidente.
Il motivo per cui non si aspetta quella data ma la sera del martedì elettorale per proclamare un vincitore è che i deputati sono eletti dai partiti e ci si aspetta che un democratico voti per Obama e un repubblicano per Romney, ma in molti stati non c'è una legge che li obblighi a farlo. Il numero di rappresentati però è proporzionale alla popolazione, mentre nel caso di un pareggio, ogni stato avrebbe un voto. La California, 55 collegi, un voto. Montana, tre collegi, un voto.
In questo modo i repubblicani avrebbero la maggioranza e Romney diventerebbe presidente. Il Senato, dove invece i Democratici hanno la maggioranza, voterebbe Biden.
E' uno scenario da fantapolitica, soprattutto dato che i sondaggi danno Obama in vantaggio (la stessa simulazione del NYTimes mostra che ha Obama ha 431 combinazioni a favore, Romney, solo 76). Ma anche lo shock del 2000 era imprevedibile: solo altre due volte nella storia, nel 1876 e nel 1888 è diventato presidente il candidato che aveva perso il voto popolare.
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